di Fabrizio Milano d’Aragona, Co-Fondatore & CEO del gruppo Datrix
Viviamo nella cosiddetta Data Economy o in modo ancora più esteso in una vera e propria Era dei Dati, che sta condizionando significativamente non solo la tecnologia ma anche la nostra stessa esistenza. Gia nel 2014 Goldman Sachs osservava che il governo e il corretto utilizzo dei dati avrebbe discriminato quali aziende sarebbero state vincenti o perdenti nel mercato in qualsiasi settore industriale, sia B2C che B2B. Questo processo è in fortissima accelerazione e il paradigma dell’Intelligenza Artificiale sta rapidamente modificando le aziende, i loro modelli economici, le strategie, la cultura e in alcuni casi il modo in cui sono organizzate.
Nella esperienza di Datrix che lavora nel settore e affronta quotidianamente le sfide proposte dall’Artificial Intelligence (AI), abbiamo maturato 3 principali convinzioni.
1) L’AI e il machine learning non nascono allo scopo di sostituire gli esseri umani, ma al contrario si pongono come strumenti nelle mani di professionisti che possono migliorare la qualità di ciò che fanno e pensare a nuovi usi e applicazioni.
L’AI ha lo scopo di ottimizzare il lavoro, rendendolo più efficace e veloce, sfruttando i punti di forza già esistenti e la capacità di processare una quantità molto ampia di dati differenti. L’AI quindi è un eccezionale acceleratore sostenibile dell’intelligenza umana (Augmented Intelligence).
In un interessante articolo di Jonathan Shaw apparso sull’Harvard Magazine veniva sottolineato che, sia a livello sperimentale che applicativo, la combinazione tra caratteristiche e talenti umani associati alla profondità e velocità di calcolo dei sistemi di machine learning generano quasi sempre i migliori risultati.
2) L’adozione dell’AI nelle attività di business sarà strettamente collegata al crescente diffondersi delle piattaforme digitali. Proprio la capacità di analizzare dati tra di loro molto differenti sarà un fattore determinante per la trasformazione digitale delle aziende. Tema sul quale le PMI italiane sono finora rimaste indietro. C’è un eccesso di copertura mediatica sui rischi potenziali associati all’AI, piuttosto che sulla necessità per le imprese di dover integrare nuove soluzioni basate sull’AI. Grazie a queste soluzioni sarà possibile la cosiddetta Customer Centricity che ha come obiettivo il mettere al centro il cliente (potenziale o acquisito), a prescindere dai differenti punti di contatto o dai differenti canali di relazione e vendita.
3) Grazie all’AI assisteremo sempre di più a un processo di contaminazione o, ancora meglio, “contanimazione” delle discipline, delle attitudini, delle metodologie e dei settori industriali.
Le soluzioni applicative basate su sistemi di AI rappresentano un’opportunità di crescita importante per le PMI italiane.
Le soluzioni, per esempio, che permettono di migliorare i processi produttivi, fare marketing digitale data-driven, analizzare con più efficacia i mercati di sbocco o di individuare in modo più profondo e articolato i target di clientela, oppure che lavorano specificamente per acquisire nuovi clienti qualificati, oggi sono molto accessibili e non necessitano di significativi investimenti in IT o in team di Data Science dedicati. Ma consentono di migliorare rapidamente i risultati economici attesi.
Come Datrix (e quindi anche come singole tech company facenti parte del nostro gruppo, ossia 3rdPlace, FinScience, ByTek, PaperLit) ci siamo dati proprio l’obiettivo di supportare le PMI in questo processo di crescita. Oggi le tecnologie (soprattutto il cloud) e i costi accessibili lo consentono.