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Come utilizzare le Google Analytics API per integrare i dati in altre piattaforme

3rdPlace

di Fabio Garzia

Le API (Application Programming Interface) rappresentano dei “traduttori” che facilitano il dialogo tra due software diversi.

Questi strumenti servono a integrare ed espandere le funzionalità di programmi, applicazioni e piattaforme di vario genere, facilitando e abbreviando il lavoro necessario.

Grazie alle API è infatti possibile far comunicare software e piattaforme altrimenti incompatibili dando quindi la possibilità di personalizzare il loro utilizzo per le proprie specifiche esigenze.

Google da sempre garantisce un’ampia distribuzione di API per i propri prodotti, così da incentivare e sviluppare la loro diffusione e il potenziale utilizzo.

In questo articolo vedremo in cosa consistono le API di Google Analytics, i loro ambiti di applicazione e i potenziali utilizzi per farle interagire con altri programmi o piattaforme.

Cosa sono e a cosa servono le API di Google Analytics

Google dà la possibilità per quasi tutti i suoi prodotti di estendere e integrare le loro funzionalità attraverso un’ampia tipologia di API e Analytics non fa eccezione.

Le API permettono ad esempio di estrarre dati da un account Analytics in script o programmi personalizzati per creare rapporti ed eseguire analisi in modo automatizzato e avanzato.

Attraverso il loro utilizzo sarà quindi possibile esportare i dati del pannello Analytics all’interno del CRM, far dialogare GA con tool di dashboarding o ancora con strumenti di market intelligence. Tutto questo con una rapidità che la semplice esportazione e caricamento di fogli di calcolo non potrebbero mai avere.

L’integrazione istantanea dei dati web con quelli aziendali permette di portare l’analisi dati ad un nuovo livello, consentendo nuove opportunità di crescita per qualsiasi business.

Altri potenziali utilizzi delle API di Analytics sono rappresentati dall’abilitazione di funzionalità di monitoraggio avanzate dei tuoi clienti (nel totale rispetto delle attuali normative in tema di privacy), recupero di metadati dei rapporti utenti e semplificazione dell’esecuzione di query per i report.

Come potete immaginare le possibilità di utilizzo delle API sono veramente numerose e complesse e per questo motivo Google dedica ampio spazio alle guide e alla suite di strumenti messi a disposizione, nell’area riservata ad Analytics del sito developers.google.com.

Ma come possiamo raggrupparle per utilizzo e come si fa ad integrarle all’interno degli strumenti in nostro possesso?

Quali sono le API di Google Analytics e come integrarle

Google Analytics mette a disposizione 3 tipologie di API.

API per la raccolta

Servono a personalizzare il codice di monitoraggio. Si possono raccogliere i dati sugli acquisti nel tuo sito e generare rapporti su due sottodomini in una vista di rapporto, creare delle definizioni personalizzate e dettagliate dei tipi di visitatore e altro ancora.

API per la gestione

Servono per l’accesso all’account Analytics e ai dati della vista sotto forma di feed di API dei dati di Google. Si possono recuperare in modo avanzato un insieme specifico di viste per un utente o i dati di definizione degli obiettivi associati a una specifica vista. Integrando l’API di gestione con l’API di esportazione è possibile ottenere solo i dati degli specifici rapporti di cui hai bisogno.

API per l’esportazione dei dati

Servono a creare applicazioni partendo dai dati di un account Analytics.

Un esempio pratico di utilizzo può essere rappresentato dalle API per i rapporti in real-time, che fornisce i dati in tempo reale con le attività degli utenti. Grazie alle Realtime API V3 collegate a una proprietà Analytics si possono infatti ricevere dei report aggiornati ogni pochi secondi per poter ad esempio creare una dashboard personalizzata con cui monitorare le interazioni degli utenti del sito in qualsiasi momento.

Riassumendo, gli scopi raggiungibili con questa API sono essenzialmente 3:

  1. mostrare i visualizzatori attivi di una pagina così da creare un senso di urgenza per gli utenti che guardano un articolo con una disponibilità limitata,
  2. visualizzare i contenuti più popolari, ad esempio, le prime 10 pagine attive,
  3. creare e visualizzare una dashboard in tempo reale.

Altro esempio di utilizzo avanzato sono le Multi-Channel Funnels API V3 con le quali è possibile ottenere dati sul percorso di conversione degli utenti mostrando le loro interazioni con varie sorgenti di traffico prima dell’effettiva conversione, e dando quindi la possibilità di analizzare come i diversi canali di marketing influenzano le conversioni.

Ecco cosa è possibile ottenere con l’API dei rapporti sulle canalizzazioni multicanale.

  • Utilizzare i dati ottenuti per creare dei report personalizzati. Ad esempio, utilizzare i dati dei principali percorsi di conversione per generare rapporti su attributi come la posizione relativa delle interazioni in un percorso di conversione.
  • Integrare i dati delle canalizzazioni multicanale con i dati aziendali. Ad esempio, correlare i dati sulle conversioni online con i dati sulle vendite offline e i dati sui costi dei media, così da avere un quadro più completo e dettagliato del ROI del marketing.
  • Visualizzare canalizzazioni multicanale in nuovi ambienti. Ad esempio, creare una presentazione dei dati che rappresenti il valore attribuito ai diversi canali di marketing nel guidare le conversioni.

Chiaramente per l’implementazione di queste e altre API potrete trovare tutta la documentazione tecnica necessaria, nell’area relativa all’integrazione delle API di Analytics del sito di Google dedicato specificamente a sviluppatori e programmatori.

Il team di 3rdPlace lavora da anni sull’estrazione dei dati tramite API di Analytics e sviluppa report e analisi personalizzate con un livello di dettaglio nettamente superiore a quello del singolo strumento.